sporty 1200 custom

Potrei dilungarmi in un lungo elenco di dati tecnici, ma vista la tipologia e la casa produttrice singolare salto questo passo, sintetizzando.
Trattasi di una moto concepita 50 anni fa circa e nel tempo ha subito solo alcune migliorie ma nessun vero aggiornamento, quindi troviamo un motore a corsa lunga di grossa cilindrata 1200cc con una cavalleria poco superiore i 55cv. Una coppia vicina ai 100Nm. Tutto concentrato in 5000 giri. Telaio acciaio e quasi assenza di plastica ne fanno in torello da 300 e rotti kg. Frenata male ammortizzata peggio.
Passiamo al sodo.
Pur essendo iniettata necessità di un riscaldamento prima di innestare la marcia, almeno fino a quando lo starer non abbassa i giri. Inserendo la prima si ode il caratteristico colpo di maglio che lascia credere, ogni volta, di aver spaccato il cambio. Il motore evolutio (in seguito evo) trotterella salendo di giri regolarmente ma spesso e soggetto a piccoli impuntamenti o perdite di colpi se si gita in prossimità dei 1500 giri. Salendo il problema scompare. Accelerando con decisione e capace di riprendere a qualunque velocità a prescindere dal rapporto in uso. Al contrario dando gas delicatamente un rapporto alto a bassa velocità di ottiene un battito in testa. Nonostante la corsa lunga e la scarsa cavalleria il motore è grintoso e risponde regalando sensazioni di solidità e indistruttibilita. Difficile da spiegare va vissuto.
Nell'uso un po'sportivo emergono velocemente le carenze telaistiche e del comparto sospensioni, ma saputa indirizzare arriva velocemente a grattare le pedane facendoti capire che potrebbe andare ancor più giù. Occhio a come si imposta la curva, i freni sono da sudore freddo se si ci dimentica di esser a bordo di una cruiser.
Il comfort è ottimo per il pilota disastroso per il passeggero. Consente comunque di restare in sella per tappe di 150 200km senza problemi, ampiamente supportati dal serbatoio da 18l e da consumi autostradali intorno ai 22km/l. La protezione aerodinamica e nulla, mms sul tipo di moto fa parte del gioco e la resistenza all'avanzamento crea quella simbiosi con il mezzo che non può prescindere su una HD. Sono stato in Romania con mia moglie 1800 km in due giorni, in due, a pieno carico, autostrada, superstrada, passo montano sui carpazi in città, il motore consente di sorpassare tir in salita senza incertezze, e di mantenere i 130 fissi senza alcun problema.
Ma il bello arriva quando la di lascia ondeggiare dolcemente tra curve di montagna godendosi il sound unico, un misto di scarichi aperti, punterie rumorose e meccanica sferragliante. Di certo la più dinamica delle HD lontana da ogni standard che possa anche solo definirsi di qualità rimane una moto in grado di portarti a casa anche senza olio con un solo cilindro. Sono consapevolezze che inorgogliscono e creano simbiosi.
Per molti, ma non per tutti.

Ti faccio i miei complimenti per il viaggio in Romania! Ho provato a guidare una sportster qualche anno fa e l'ho trovata piuttosto piccola immagino che in due sia veramente sacrificata.
Il passeggero deve armarsi di uno stoicismo non comune, specie con chilometraggi del genere.
55 cavalli di questi tempi sono veramente pochi. Fanno bene al portafoglio per quanto riguarda il bollo, ma sappiamo bene che quel tipo di motore ne potrebbero erogare molti di più.
Per quello che mi riguarda lo sportster credo sia l Harley più versatile.
Per tutte le situazioni.
Forse in autostrada diventa un po' penalizzata. La mancanza di una sesta marcia che fa da overdrive e il poco riparo, portano il pilota a stancarsi fisicamente molto prima rispetto ad una moto più protetta.

1800 km su uno sporty in due giorni! In due. Con bagagli!
Non so se devo fare i complimenti a te e alla tua signora!
Comunque da quello che scrivi si sente che questa moto ti piace molto. Pregi e difetti poco importano scompaiono quando si è in sella.

In sella alla mia PODEROSA, così si chiama, i difetti sono solo pregi visti da una diversa angolazione. Lo sporty e discretamente snobbato, considerato un entry level per il passaggio o obbligato ad HD vere come dyna,softail o Electra. L'orgoglio nel vedere la mia PODEROSA affrontare in scioltezza un tragitto considerato out per uno sporty, se non al prezzo di indicibili sacrifici, smentendo tutto e tutti, ha azzerato la fatica. Considerando che mia moglie e tornata in aereo con le bimbe mentre io sono tornato da solo mantenendo la stesa media ma guidando per due giorni sotto il diluvio. Solo il pensiero di sentirmi a tu per tu con il mondo e l'ha mia poderosa mi ha permesso di superare la classica demoralizzazione da pioggia battente.

Ci credo...poi come si dice un viaggio il suo bello non è il partire o l arrivare,ma é il viaggio stesso. Lo stare in sella e vedere posti e luoghi.
Magari in certi casi l autostrada ammazza un po il piacere,ma appena si esce e si può godere di strade panoramiche il discorso cambia.

Io invece sono una bestia da autostrada. Il fine ultimo per me non è poter vedere posti e luoghi ma stare in sella, ascoltare il motore, percepire ogni cambiamento di regime ogni singola sonorità di scarico aspirazione e meccanica, il vento faccia la poggia addosso e viaggio solo con il mio fido casco jet e e un collare fino al naso.

In fondo sono un tipo stanno sotto questo aspetto. Mi accontento di poco. Adoro le soste benza/caffè/sigaretta

Io in autostrada devo stare attento a non addormentarmi.. Se posso evitarla lo faccio con piacere.
Però quando mi tocca sopporto.
Hai dato un nome alla moto vedo. Poderosa.
La mia ex dava un nome alla mia moto..
"Cesso con due ruote!"
Era molto simpatica..

Mi sono ispirato dal film, Diario della motocicletta, storia del giovane CHE.

Ti ringrazio pinkman. Adesso e una passione dormiente dato che lavoro e figlie piccole richiedono tutto il mio tempo, soprattutto nei rari we liberi. Tra una decina di anni quando saranno indipendenti dalla mamma riprenderò a macinare km.

È chiaro che quando si ha famiglia e figli gli impegni sono sempre tanti.
Il tempo è sempre poco. E quel poco che rimane non si può certo toglierlo a chi ci sta vicino.
Anche dura a volte ritagliarsi i propri spazi. La cosa importante è non lasciare andare la passione. Tenerla sempre viva anche con poco.

E quello che penso anche io, per questo non intendo mollare la moto, anche se ci vado solo al lavoro (4km di distanza).
Sono i miei 4 km. E almeno quelli ne li tengo stretti.

Meglio poco che nulla del tutto. Anche io ogni tanto mi devo accontentare,specie di questi tempi..

Ricordatevi che il tempo passa e quando si diventa vecchi e nostalgici è anche un po' rincoglioniti certe cose vengono a mancare..
Dobbiamo trovare il tempo ogni tanto per fare le cose che ci piacciono perché altrimenti certe passioni se non sono più alimentate sono con una fiammella senza aria..sa spenge.

Parole sante.

Eh si..

Bello il racconto ispirato riferito alla tua moto. Sono quelle cose che leggo sempre con piacere.

È la passione ad ispirarci. Ogni tanto è bello leggere questi scritti perché rinnovano in noi quel sentimento positivo.

Ho sempre pensato che il mondo moderno spinge troppo al confronto al paragone, telai motori, cavalli, prestazioni, comfort, ecc. Poco rimane alla gioia di vivere la propria moto, alle sensazioni uniche che anche la più umile e stereotipata delle moto può regalare a la sceglie. Se perdiamo queste percezioni e ci smarriamo dietro al rapporto prezzo accessori, alla qualità in rapporto al prezzo, al peso Potenza ed altri parametri di giudizio, dovremmo tutti viaggiare sulla stessa moto. Ed invece no, siamo qui ognuno con il suo ferro (o pezzo di plastica che sia) ognuno con una storia dietro e una storia fa scrivere avanti. Scegliamo le moto più disparate per gli uso più impensati. La diversità. E questo il bello di incontrare un altro biker con la moto stramba e chiedergli "oh! Ma moto e? Che motore ha? Come ti ci trovi?" È via dicendo. E poi ripartire ognuno per la sua ognuno con il suo ritmo e il suo passo. Se mancherà questo saremo fritti.

Alfredoxl1200custom ha scritto:

Ho sempre pensato che il mondo moderno spinge troppo al confronto al paragone, telai motori, cavalli, prestazioni, comfort, ecc. Poco rimane alla gioia di vivere la propria moto, alle sensazioni uniche che anche la più umile e stereotipata delle moto può regalare a la sceglie. Se perdiamo queste percezioni e ci smarriamo dietro al rapporto prezzo accessori, alla qualità in rapporto al prezzo, al peso Potenza ed altri parametri di giudizio, dovremmo tutti viaggiare sulla stessa moto. Ed invece no, siamo qui ognuno con il suo ferro (o pezzo di plastica che sia) ognuno con una storia dietro e una storia fa scrivere avanti. Scegliamo le moto più disparate per gli uso più impensati. La diversità. E questo il bello di incontrare un altro biker con la moto stramba e chiedergli "oh! Ma moto e? Che motore ha? Come ti ci trovi?" È via dicendo. E poi ripartire ognuno per la sua ognuno con il suo ritmo e il suo passo. Se mancherà questo saremo fritti.

Alfredo la pensiamo allo stesso modo. Guidiamo moto diverse,ma sono sicuro che se dovessimo incontrarci ci faremmo domande e si scherzerebbe su questo o quello. Se mancano queste cose che gusto ci sarebbe?

Pinkman ha scritto:

Assolutamente sì. Se fossimo tutti in sella alla stessa moto non esisterebbero più argomenti. Non ci si potrebbe fermare alla tal piazzetta, fumare una siga e chiacchierare col motociclista che si è affiancato a noi del più e del meno.
Divagando su viaggi, cambi d'olio e speranze per il futuro.

Quoto!!

Non potrei concepire un mondo fatto di motociclette tutti uguali. non ci sarebbe più nulla di cui parlare.
Sarebbe l'effetto Matrix applicato al mondo delle due ruote. il totale appiattimento delle idee.
A volte anche un banale giro in moto può diventare una piacevole scoperta.
Trovare qualcuno che ha una moto diversa dalla nostra.
Scambiare opinioni e pareri.
Credo non si possa fare a meno di certe cose.